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Passo dopo passo...

 

Un paio di scarpe da trekking,un pizzico di spirito di avventura e la voglia di stare con gli altri sono gli elementi basilari per vivere un'esperienza meravigliosa!

Alle 7,30 di domenica 27 novembre è iniziata la nostra: escursione a Punta Palascia, il punto più orientale d'Italia, dove il cielo diventa mare ed il mare diventa cielo...

Uniti dallo stesso bisogno di spogliarci di ogni contingenza quotidiana e dal desiderio di condividere lo stesso amore per la natura, dal porto di Otranto abbiamo imboccato il sentiero verso il grande faro bianco e ad ogni nostro passo un po' delle nostre inibizioni e dei nostri “pensieri” rimanevano a terra, dietro di noi, come sassi che, cadendo, ci alleggeriscono la vita...

Prima tappa la torre del serpe, risalente al periodo romano, che, con la sua forma cilindrica, benché rovinata dal tempo, sembra ancora assolvere il suo compito di torre di avvistamento sul mare; seconda tappa la masseria o torre dell'Orte, sotto la quale si apre la maestosa grotta Palommara, così chiamata per il gran numero di colombi che la abitavano; terza tappa il lago di bauxite, dove si ha l'impressione di trovarsi in un paesaggio fiabesco, infine il faro e Punta Palascia, dove l'occhio si perde nell'immenso...

Passo dopo passo il vento ci scompigliava i capelli e ci accarezzava il viso e noi eravamo sempre più mare con il mare, cielo con il cielo, terra con la terra e un cormorano, passandoci sulla testa, ci faceva vivere la sua libertà.

Ad un certo punto del nostro percorso, però, ci siamo ritrovati attorniati da scheletri d'albero, arsi ed anneriti, alcuni abbandonati al suolo, altri con le braccia allungate verso il cielo come in un'ultima preghiera prima di morire, documenti tangibili della miseria umana, di una natura violentata e deturpata dalla povertà e dalla scelleratezza dell'uomo.

Così, cammina cammina, con un po' di amaro in bocca, il nostro percorso di 16 Km si è concluso e siamo tornati alla quotidianità, ma ci portiamo dentro ancora il profumo intenso di timo e di mare, i colori della nostra terra e un gran desiderio di scoprirla ancora.

                                                                                                                     Maria D'Aprile

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